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Gaetano Cundari

Antologia Critica
GAETANO CUNDARI


La critica è una palestra per le proprie idee.
E' il pensiero logico che soddisfa la propria autonoma capacità di proporsi nella mente di ogni essere umano.
E' la elaborazione della sensazione che un evento, uno stato d'animo, un colore, un odore sviluppa, usando la percezione dei sensi.
Dalla premessa deriva, il postulato che la critica è espressione.
Lascio a chi è veramente un esperto i raffronti e la collocazione delle opere di Grasso nella variegata costellazione degli artisti: non ho la preparazione né la capacità per addentrarmi su questo terreno.
Confesso di non essere un esperto d'arte. Posso solo affermare di avere elaborato un concetto personale di "bello" che costituisce l'unico riferimento quando debbo esprimere un pensiero critico.
E' stato il mio concetto di "bello" ad essere stimolato osservando le opere di Saro Grasso.
Comprendere perché un segno, un colore possano mettere in funzione quella zona della mente ove ho collocato, nella mia immaginazione, i concetti che formano la piacevolezza è un fenomeno sconosciuto, certo è che non ho resistito a verificare de visu come quei segni sulla tela trovavano vita.
Entrare nella bottega di un artista, e nella specie in quella di Saro, è come violare un luogo intimo di una persona.
Ci si deve accostare con la pudica speranza di non inquinare un luogo ove la natura umana trasforma la materia e gli dà vita autonoma.
Osservo con religiosa partecipazione il percorso artistico di un uomo.
Mi sento parte di una liturgia che nel corso di tanti anni dimostra come il divenire del tempo lasci indelebili tracce nella maturazione di vita laica ed artistica di Saro Grasso.
I segni ed i colori delle opere non sono frutto di messaggi anonimi che il cervello detta alle mani di Saro, sono frutto di un divenire incoscio che gli occhi dell'artista vedono ancor prima che siano fissati sulla tela.
Grasso diviene creatore.
Sublima un percorso di immagini appena sfumate che provengono da un mondo solo da lui conosciuto e visitato.
Noi aspettiamo di poterle fare nostre con i sensi che disponiamo: e in quel momento ci trasformiamo in turisti, visitatori di un mondo alieno lontano e sconosciuto, ove i movimenti devono essere controllati per non violentare un territorio irripetibile e mai eguale.
Un quadro o meglio un'opera di Saro diviene un impegno al quale bisogna accostarsi con l'umiltà di chi vuole osservare non attraverso il classico buco della serratura, ma attraverso il grande schermo della realtà.
I simboli ed i segni non sono solo colore, il reticolo che formano sono le strade dell'amore, le vie del dolore, i vicoli della vita.
Esplodono le immagini che si piegano in segni che sembrano provenire dalla vita passata dell'artista proiettandolo nel futuro più lontano.
Ci trovi periferie degradate
I sogni di donne irraggiungibili.
L'amore dei genitori.
Il rispetto degli amici.
L'invidia degli uomini.
Le immagini delle opere ti avvolgono e ti ritrovi nel contorto di quei reticoli di colore che nell'abbandono della mente ti rendono inerme, nudo innanzi ai tuoi problemi che improvvisamente si trasformano in esseri onirici più o meno mostruosi, che lungo le strade di Grasso, riesci a seminare per finalmente arrivare alla piazza della serenità ove la Libertà diventa concreta, reale.
La libertà acquista un corpo e te la trovi innanzi potente, dolce, avvolgente, passionale.
Femmina e madre che ti dà la vita, pronta ad essere fecondata da chiunque abbia voglia di possederla.
Saro con i suoi segni ci mette innanzi la Libertà con la segreta speranza che ogni visitatore del segno riesca ad individuarla e nel farla propria ingravidarla ampliandone a dismisura il messaggio.


Acireale, 20 ottobre 2007

Gatenano Cundari


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