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Luciano Marziano - La complessa essenzialità di Saro Grasso

Presentazioni
LUCIANO MARZIANO - Presentazione tratta dal catalogo ESPLOSIONI SEGNICHE


L'itinerario artistico di Saro Grasso si caratterizza per un assiduo, convinto rapporto con la materia, in primo luogo la carta e la stoffa, costituendo un banco di prova per la costruzione dell'opera, che nella composizione trova il momento legittimante, la causa giustificativa perché assuma la qualità di arte. Gli elementi basilari della struttura, del colore, dell'oggetto trovato, preconfezionato, pur mantenendo le proprie identità, presentano connotazioni nuove, originali, altamente espressive attraverso il processo manipolativo e la contestualizzazione del progetto generale dell'opera.
Ne deriva che le parvenze della fragilità materica, sconfinante in un effimero virtuale, sottolineano il livello ed il retroterra concettuale presente nell'opera di Saro Grasso.
Attingendo alle sollecitazioni della mente e della fantasia, l'Artista fa dell'opera un campo di ricerca, di verifica plastica e, conseguentemente, pone in atto un'accorta, ma anche gioiosa strategia di mutazioni, cambiamenti, azzardi espressivi strutturalmente corretti da individuare in ogni settore e con ogni mezzo che, al di là di usurate remore gerarchiche, consentono un'espressività come proiezione di un effervescente mondo interiore. Le occasioni sono date dalle presenze immediate che formano l'orizzonte umano e visivo dell'artista. Nei primi tempi la scultura in pietra lavica - l'Etna incombe su Acireale -, in marmo, il disegno come esercizio primario di composizione, ma anche il restauro quale privilegiata immissione nelle vene dell'opera per coglierne la sostanza compositiva, che rimane la base di fondo del programma operativo di Saro Grasso anche quando l'espressività si formula nell'esplicitazione figurale di immagini riconoscibili.
In quest'iter l'artista ha ricercato punti di riferimento per costruirsi un solido apparato culturale per, poi, navigare in campo aperto in piena autonomia, con le risorse della propria fantasia. Si fanno i nomi di Francesco Patanè, Rosario Scalia, Antonino Longo. Ma, è l'incontro e la frequentazione con un maestro della pittura quale Turi Sottile che lo immette nel territorio dell'arte contemporanea, i cui confini sono labili, incerti, le mutazioni repentine e, quindi, comportano occhio vigile, saldezza di nervi e conoscenze sempre più approfondite dei materiali utilizzati.
L'acutezza immaginativa è fondamentale perché tutto è basato sull'essenzialità dei rapporti, sui percorsi che sono conseguenza di una predisposizione mentale. In questo processo, volto ad una "complessa essenzialità", Saro Grasso amalgama l'aspetto simbolico con l'attualità operativa, ben segnata dalle opere ricondotte sotto il comune denominatore di STRAPPO.
Strappo come rottura, iato, ripensamento di modi di operare sia personale sia di riscontro generale. E quindi, ricerca, utilizzazione e impiego di materiali considerati impropriamente leggeri, anormali, secondari quali la carta e la stoffa.
Questa scelta dimostra come l'Artista non soltanto si ricollega alle esperienze più valide e vitali della tradizione dell'arte contemporanea, in primo luogo il collage, che hanno configurato la rivoluzione della modernità caratterizzante nel bene ed anche nel male, il secolo ventesimo, ma di loro coglie e salvaguarda la sostanza espressiva.
I materiali poveri sono indirizzati anche alla costruzione di immagini sculture quale il "Peso della Memoria"; oggetto inquietante a base triangolare che si sviluppa in tre colonne sulle quali poggia un elemento sferico, che approda alla dimensione totemica, suscitando rimandi onirici. Lo stesso procedimento è da rilevare nella "Vela", la cui componente materica emerge lentamente insieme con una raffredante vena ironica, alla disinvolta enunciazione di un gioco del quale non si intende nascondere né la simulazione né la piacevolezza manipolatoria.
Lo strappo materico-simbolico si precisa e si evidenzia alla metà degli anni novanta. Al centro, a mio parere, è da porre l'opera individuata con la sigla "SSX". Ritratta di carta lacerata con un accorto disegno che enuncia una casualità ben controllata.
La composizione è giocata sui due colori del bianco sovrapposto al turchese, con un processo compositivo e richiami che rimandano ai frammenti di carta aperta alla fluttuazione dell'aria. La composizione traspira calma che viene turbata con una semplice inversione di colori con la densiƒOcazione del turchese sovrapposto al bianco come accade nell'opera "DPR".
La pulsione operativa di Saro Grasso fondamentalmente espone una tensione compositiva controllata e agganciata ai rapporti tra bande rettangolari poste in verticale o in orizzontale in dialettico rapporto con spezzoni di carta o di stoffe laminate che imprimono una profondità spaziale potenziata, sottolineata da eventi plastici minori, che rendono ritmica la composizione.
Emerge la qualità, la tonalità progettuale di Saro Grasso il quale contestualizza la verifica dell'impiego del materiale di prelievo nella dimensione pittorica e nella esaltazione dello spazio, che, a volte, come nell'opera "AZX" viene generalizzato laddove la superficie del quadro è occupata tutta dalla caleidoscopica immagine, avvolta, assorbita dalla trama di un filo che percorre scomparendo e riapparendo come un corso d'acqua carsico, per evidenziarsi come elemento univocante. E' l'emergenza del segno come entità autonoma, significativa che si deposita come traccia, come processo di rapporti intesi a verificare la tensione della superficie.
Nelle opere più recenti, il quadro per Saro Grasso si precisa quale microcosmo, luogo privilegiato di una molteplicità di eventi, organismo non soltanto di sperimentazione, ma di speculazione attraverso la quale l'impianto compositivo accoglie enigmatici segni, che si mutano in segnacoli di stati d'animo e, pertanto, indicativi di apporti complessi, che dalle profondità della coscienza attiva processi di sapore esoterico.
'Artista, pur non abbandonando il metodo del prelievo di materiali dati, torna ad un impiego più largo ed intenso della materia pittorica svolta come percorso, organismo di univocazione fra le varie parti che compongono il quadro. E' un procedere rischioso poiché il flusso della stesura può comportare un abbandono automaticamente fascinoso al colore, al suo svolgersi, all'immediatezza espressiva. Ridotto l'apporto del materiale primario di prelievo, la cui utilizzazione comporta necessariamente dei tempi rallentati, il flusso pittorico, la corsa del pennello si stende con immediatezza creando bande avvolgenti ed esplosioni segniche a controllare a controllare le quali occorre grande cura. Il Pittore attanaglia questa evenienza nella struttura del quadro che attenua l'originaria emotività con scansioni esattamente calcolate, in rapporti plastici e cromatici che si stendono con ritmi e pause da partiture musicali.
Ne consegue un forte senso della composizione sostenuta da canoni classici che regolano le connessioni tra le parti del quadro. La declinazione di ascendenza astratta consegue una struttura suddivisa in scansioni geometriche con predominanza della forma rettangolare, che evidenziano rapporti calcolati nei quali affiora la memoria della regola fondamentale della sezione aurea. Ne derivano composizioni che trascorrono da lontani sapori arcaici all'esplodere di immagini dai colori intensi, profondi, squillanti sono a quelli acidi dei writhers: sottolineatura necessaria, questa, perché conferma la sensibilità dell'Artista quale filtro di situazioni caratterizzanti l'attuale orizzonte visivo a gradiente estetico. Tutta l'emotività è raccolta nell'interno di sorte di celle che contengono figure cabalistiche, alchemiche o semplicemente decorative, guizzanti segni ora regolari ora spiraliformi. Una molteplicità di immagini che giungono ed attivano la plasticità della composizione, a volte, concentrata sul nucleo di una grande banda nera attorno alla quale ruotano e balzano frammentati eventi materici. In questi lavori Saro Grasso pone in essere una tensione espressiva che consente un perenne flusso tra la coscienza e l'oggettualità dell'opera ai fini di un risultato ottimale per il quale tutti i mezzi sono buoni purché ben utilizzati come mostra di fare l'Artista che nel suo lavoro immette un alto tasso di rischio conseguente alla sua continua ricerca di nuove vie espressive.
Anche questo fa parte della sostanza dell'arte.


Roma, settembre 2001

Luciano Marziano


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