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Pippo Bella

Antologia Critica
PIPPO BELLA - La furia e l'onda


Chi conosce Saro Grasso sa come per lui due condizioni siano imprescindibili. In primo luogo, la possibilità di utilizzare materiali, sia rigorosamente pittorici sia di provenienza "bassa", comunque ubbidienti all'intenzione di raccontare un destino che non supera mai l'orizzonte dei colori. E, poi, la libertà di agire anche in discordanza con se stesso, affidando la novità della propria ricerca più che ad un piano lucidamente elaborato, all'intuito ed al gesto istintivo. Che non sono però mai atti gratuiti, ma rispettosi della tecnica, qualunque sia la tecnica. E che sorgono dal contatto intimo, viscerale, tutto sangue e nervi, dell'Artista con la necessità oscura del suo stesso operare.
Mi colpiva la scarsa loquacità, quasi ai limiti dell'afasia, con cui Saro grasso rispondeva alle mie domande circa i temi ed i soggetti della sua recente pittura. Ed invece, che grazia mentale, che scioltezza di movimenti quando illustrava come aveva fatto a raggiungere quei risultati. Perché Saro Grasso è fornito di un tipo di talento che non si esaurisce nella corteccia cerebrale, ma ha i suoi centri migliori in quei gangli nervosi sparsi in ogni punto del corpo.
Sembrava uno studioso dei venti che per illustrarne la natura non si contentasse di descriverli, ma ne imitasse la furia e l'onda.
Parlava di forme e di colori, di tessuti e di laminati: ma ne parlava come di qualcosa di vivo e d'intelligente per conto proprio.
Sono loro, i colori, che si cercano e si respingono, le forme primitive come segni che per un attimo si fissano in un'intenzione di scrittura e, poi, subito assecondano la collera di un'energia che li trascina verso una destinazione ignota, ma irresistibile. Sono proprio loro i protagonisti di questa pittura e, insieme, le autorità che dettano le regole del gioco.
Saro Grasso non è nient'altro che il fedele esecutore di una volontà espressiva che penetra e percorre non solo la sua mente e neppure soltanto la sua anima, ma l'intera materia del suo corpo, nei suoi strati nervosi e muscolari, giù e sempre più giù, fino alle più piccole componenti: fino alle cellule, ed ancora oltre. Fin dove la materia riceve l'urto senza peso delle particelle elementari, misteriose entità, prive di carica e di massa, e, tuttavia, fornite di uno slancio potente.
C'è una sacra energia che si libera nell'impatto visivo con queste superfici pittoriche che Saro Grasso fa misteriosamente vibrare d'emozioni non esclusivamente umane.


Acireale 1999.

Pippo Bella


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